Nel mondo dell ‘edilizia e degli investimenti immobiliari una tipologia di intervento frequente e capace di rendere soddisfazioni concrete all’imprenditore è il cambio di destinazione d ‘uso. Di quale intervento edilizio si tratta? Vediamo insieme normativa e prassi.
Cosa si intende per intervento edilizio?
Secondo il Testo Unico D.P.R. 380/01 sono definite a livello nazionale sei tipologie di interventi edilizi afferenti alle distinte modalità di operazioni da eseguirsi sul territorio: manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, nuova costruzione e quelli di ristrutturazione urbanistica. Ogni intervento viene disciplinato ed assoggettato alla presentazione di titoli edilizi specifici e conseguente contributo di oneri comunali.
Cos’è il restauro e risanamento conservativo?
Dal DPR 380/01 sono “interventi di restauro e di risanamento conservativo”, gli interventi edilizi rivolti a conservare l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano anche il mutamento delle destinazioni d’uso purché con tali elementi compatibili, nonché conformi a quelle previste dallo strumento urbanistico generale e dai relativi piani attuativi. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell’uso, l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo edilizio.
Cos’è la ristrutturazione?
In materia edilizia la parola ristrutturazione subisce un abuso di utilizzo. La giurisprudenza, nel T.U. la definisce così: “interventi di ristrutturazione edilizia”, gli interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, l ‘eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi ed impianti.
Cambio d’uso. Ristrutturazione o restauro?
Eccoci dunque giunti a rispondere al quesito iniziale. Il mutamento di destinazione d’uso con opere comporterà la qualifica di restauro e risanamento conservativo solo se le opere non determinano la trasformazione dell ‘organismo edilizio; in quest ‘ultimo caso la qualifica sarà di ristrutturazione edilizia, in conformità all ‘art. 3.1. lettera d del DPR 380/01.
Articolo a cura di Simone Ilacqua